La metafora di Bussana - L’Europa che vogliamo nasce all’inizio della primavera del 2012. E’ una Chiamata alle arti che viene fatta ad artisti e intellettuali di ogni latitudine che hanno voglia di creare opere sul tema.
A
poco più di un anno da questa chiamata ad oggi hanno aderito circa
centocinquanta artisti e tecnici, pronti a dare il loro contributo.
Succede a Bussana Vecchia, paese ligure in provincia di Sanremo che il
23 febbraio del 1887 fu duramente colpito dal terremoto e rimase
disabitato fino alla fine degli anni Cinquanta, quando il torinese Mario
Giani ceramista noto come Clizia, lanciò l’idea di fondare una comunità
internazionale di artisti che si sarebbero installati nel borgo e
autoregolamentati grazie a un piccolo statuto comunitario.
Quel
fermento artistico, che trasformò il villaggio fantasma in un paese
attraversato da una corrente vitale fortissima, oggi si sprigiona ancora
intorno ai ruderi delle chiese senza volta e tra i rampicanti delle
case, restaurate e restituire alla quotidianità proprio grazie agli
sforzi di pittori, musicisti, scultori, attori, e artigiani che hanno
eletto domicilio nel borgo colpito dal sisma.
Quella vena
artistica che pompa linfa a Bussana Vecchia, facendosi ponte tra visione
e materia, attualmente si sta diffondendo grazie all’impulso
vivificatore dei sognatori dell’arte. Tramite la forza dei mezzi
espressivi, la comunità ha puntato di nuovo i riflettori sul borgo per
richiamare l’attenzione dei governanti su una realtà dimenticata in un
angolo, e, contemporaneamente destare le coscienze civili con progetti
come questo de La metafora di Bussana – L’Europa che vogliamo!,
collettivo di ‘chiamata alle arti’ che il cineasta Giacomo Ferrante sta
portando avanti, mettendo insieme tante anime diverse pronte a dare voce
a una richiesta, tanto urgente quanto necessaria, di futuro e dignità
verso un paese metafora di una nazione allo sbando.
“Dopo
essere rimasto per oltre 60 anni un "paese-fantasma", Bussana Vecchia è
diventato il paese degli artisti, che hanno dato vita a una comunità di
sognatori e creatori di vita – dice il regista Giacomo Ferrante -.
L’idea del film o dei film da fare ricalca in qualche modo
quell’intuizione, quella vena creativa di allora. Solo che stavolta
Bussana vecchia dovrà essere la nostra metafora dell’Europa in crisi, la
crisi economica attuale come il terremoto del 1887, noi come quegli
artisti che andarono là ispirati dalla voglia di ricostruire daccapo un
qualcosa che "sembrava morto, ma era solo svenuto"! Solo due punti
fissi, per il resto,totale "libertà creativa" da parte di chi vorrà
contribuire ed esser protagonista del progetto” spiega il regista.
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